DANILO ROSSI, IL CASARO CHE CONTINUA E RINNOVA LA GRANDE TRADIZIONE PRODUTTIVA DELLA FORNACIONE

Originario di Migliara di Casina, dove è nato il 24 gennaio 1962, Danilo Rossi ha cominciato a lavorare nei caseifici come garzone nel 1980.
Dal 2005 Danilo lavora “alla Fornacione”, avvicendando in quell’anno il precedente casaro, Quinto Magnani dopo 27 anni di onarata carriera.

“Nel 2005 – dice Rossi – sono arrivato alla Fornacione, a segnalarmi questa grande opportunità è stato Quinto Magnani, il casaro che ha lavorato in questa latteria per 27 anni e che stava andando in pensione. Per me, sentirmi proporre di fare il casaro alla Fornacione era un grande onore.”

“Ho sempre creduto nelle potenzialità della Fornacione, tutti i passi che ho fatto li ho sempre fatti cercando di dare il massimo e sono stato ripagato dei sacrifici compiuti”

Se gli si chiede quali caratteristiche deve avere un bravo casaro, Danilo Rossi risponde: “Prima di tutto devve essere una brava persona, perchè concorre alla realizzazione di un prodotto di grande qualità e valore come il Parmigiano Reggiano ed è il custode della roba degli altri, poi deve essere abbastanza umile e saper riconoscere i propri errori. Inoltre, gli servono anche l’aiuto e il rispetto dei soci, aiuto e rispetto che lui deve ricambiare”.

“Credo, però, che alla base di tutto debba esserci una grande passione per il proprio lavoro e per tutto ciò che riguarda l’agricoltura, perché il ciclo produttivo del Parmigiano Reggiano inizia dalla terra e finisce nel caseificio”.

Quinto Magnani, per 27 anni alla Fornacione.

UN CASARO DA PRIMATO

Nato a Castelnovo Monti il 3 ottobbre 1946, Quinto Magnani ha iniziato a fare il garzone a Roncroffio nel 1968 e l’ha fatto fino al ’72. Nel 1973 ha cominciato a fare il casaro a Talada, restandovi un anno per passare poi a Savognatica di Carpineti, dove è rimasto per quattro anni prima di approdare, nel 1978, alla Fornacione.
“Quando ero a Savognatica, nel ’77 – racconta Magnani – sono venuti a cercarmi i dirigenti della Fornacione, che già conoscevo tutti e, vedendoli dalla finestra, dissi a mia moglie di dire che non c’ero, ma lei mi consigliò di farli entrare. Feci vedere il formaggio e loro mi proposero di andare a lavorare alla Fornacione.
La storia di questa latteria la conoscevo da quando ero a Roncroffio, sapevo che un casaro, Irmo Casini, c’era stato per 26 anni e pensai che dovevano essere brave persone.
Mia moglie li invitò a tornare a trovarci, promettendo che avremmo riflettuto sulla loro proposta. Quando sono tornati ho detto di si”.
Alla domanda se esistono segreti per spiegare il suo successo come casaro e quello della Fornacione, Magnani abbozza sorridendo: “Non c’è alcun segreto, ma un insieme di più fattori tra i quali spiccano il latte ottimo e omogeneo che, anche per questo, viene lavorato meglio e più agevolmente, la perfetta integrazione tra il casaro e il Consigli di Amministrazione della latteria e la capacità di variare la lavorazione in base alla tipologia del latte di cui si dispone”

I Casari del Fornacione

Irmo Casini


Enrico Bottazzi


Fermo Corradini


Quinto Magnani


Ostilio Campani


Danilo Rossi